Jerez|1st 24/04/2016

  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st
  • Jerez|1st

«E’ stato il fine settimana perfetto, non ti puoi aspettare niente di meglio:

sono stato subito veloce fin da venerdì, sabato ho fatto primo nelle libere e primo in qualifica, ma il massimo, naturalmente, è stata la vittoria di oggi, che è sicuramente speciale. Non so perché, ma prima di partire per Jerez sentivo che sarei stato competitivo, ma non ne potevo avere la certezza: la mia era soprattutto una speranza. Abbiamo lavorato bene con la squadra, concentrandoci soprattutto sulle gomme usate. Per la gara temevo che Lorenzo se ne potesse andare, ma ero tranquillo, perché sapevo di poter stare con lui. Poi un mio meccanico mi ha detto: “primo dalla prima all’ultima curva”. Ho pensato che fosse una buona idea e così ho fatto… Che gusto

«Quando mancavano dieci, forse anche dodici giri, la moto sgommava in rettilineo: lo faceva un po’ anche in prova, ma in gara è stato molto più evidente. Succedeva una cosa strana: solo nel rettilineo dei box, non in quello più lungo che porta alla curva sei (la “Dry Sach”), la gomma posteriore “spinnava” e mi sono un po’ preoccupato, perché arrivavo alla prima curva con tanta temperatura e non era facile inserire la moto. Ho rallentato, anche perché mancavano ancora parecchi giri, ma nel resto del circuito si poteva comunque guidare bene

« E’ stato bello essere lì sul podio in mezzo a loro, ma un po’ più in alto di Lorenzo e Marquez… Ma, soprattutto, è importante che sia arrivata nel momento giusto: dopo Silverstone, si erano imposti Marquez, Lorenzo e Pedrosa, era arrivato il mio turno. Un successo così è importantissimo per me e per il mio team: in questo modo, non mi ricordo nemmeno di averla mai fatta! Vuol dire che siamo forti ed era importante fare una bella gara dopo l’errore di Austin, dove potevo raccogliere molti punti: ma erano anche 25 GP che non cadevo, ci può stare.

«Il mio primo obiettivo quando inizia una nuova stagione è vincere almeno una gara. Ce l’ho fatta sempre, tranne i due anni con la Ducati, e ci sono riuscito anche quest’anno: adesso si può cominciare a pensare anche alle altre cose. E’ un successo importante perché, se si va bene qui, solitamente si va forte anche al Mugello, a Barcellona, ad Assen e in tante piste europee. Poi, diciamo la verità: vincere a Jerez non è come farlo, che so, in Argentina, farlo a Jerez è come trionfare al Camp Nou (lo stadio del Barcellona), c’è un sacco di storia. Negli ultimi anni ci sono state delle piste dove con le Bridgestone ho veramente sofferto, mentre in passato con le Michelin ero veloce: Jerez è una di queste, qui vinsi così nel 2007. Esserci ancora dopo una decina d’anni dà gusto. Adesso, però, non bisogna pensare che vado sempre così: bisogna godersi questa, perché poi magari fra 10 giorni a Le Mans cambia tutto. Non pensiamo al campionato, guardiamo GP per GP e cerchiamo di essere forti anche nel prossimo. In Francia, solitamente, la nostra moto va molto bene, però lì spesso piove, fa freddo: insomma, ci sono altri problemi».